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Aumenta sempre di più il divario tra scuole del nord e del sud Italia

Differenze nelle infrastrutture scolastiche e nell’offerta di tempo pieno

Non smette di far discutere la disparità evidenziata in un incontro tenutosi a Napoli e intitolato “Un paese due scuole“, promosso da SVIMEZ e L’Altra Napoli onlus.
Durante l’evento, è stato presentato un video che illustra la storia di due bambini, uno del Nord e l’altro del Sud, per evidenziare le differenze nell’offerta educativa tra le due parti del Paese.

Secondo il Rapporto SVIMEZ, l’offerta di servizi socio-educativi per l’infanzia è caratterizzata da una notevole frammentarietà e da profondi divari territoriali nella dotazione di strutture e nella spesa pubblica. Nel Mezzogiorno, circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. Nel Centro-Nord, gli studenti senza mensa sono 700 mila, il 46% del totale.

A causa delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Gli allievi della scuola primaria nel Mezzogiorno, quindi, frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord. Questa differenza si traduce in un anno di scuola persa per il bambino del sud.

La SVIMEZ ha analizzato la dinamica dell’intensità dell’intervento pubblico nell’istruzione, sulla base dei dati di spesa pubblica di fonte Conti Pubblici Territoriali.

Dallo studio risulta un progressivo disinvestimento dalla filiera dell’istruzione che ha interessato soprattutto le regioni del Sud. Tra il 2008 e il 2020, la spesa complessiva in termini reali si è ridotta del 19,5% al Sud, oltre 8 punti percentuali in più del Centro-Nord.

Il Segretario Nazionale UIL Scuola RUA Giuseppe D’Aprile e Roberta Vannini, Segretaria Regionale UIL Scuola RUA Campania, hanno espresso forti preoccupazioni sul tema anche in passato, quasi anticipando lo SVIMEZ sulla questione.
Secondo il Segretario D’Aprile la scuola dovrebbe essere il luogo principale per la costruzione dell’eguaglianza sociale e dovrebbe unire l’Italia, non dividerla. La conoscenza dovrebbe essere estranea a logiche divisive e il divario educativo non è il problema principale su cui focalizzare il dissenso.

Anche la Segretaria della Uil scuola Campania -Roberta Vannini- ha più volte sottolineato l’importanza di salvare la scuola pubblica statale, frequentata da oltre il 94% dei ragazzi italiani. Ha criticato le politiche del “bilancino” e ha sostenuto che la scuola merita un’attenzione diversa. Ha anche espresso preoccupazione per l’autonomia differenziata e il dimensionamento, sostenendo che sono due facce della stessa medaglia e che è inappropriato “fare cassa” con la scuola pubblica statale.

Per la UIL Scuola RUA la questione non riguarda in maniera semplicistica un problema tra Nord e Sud, ma l’accesso e le opportunità, i programmi, il personale scolastico, la mobilità e gli stipendi.
Per la Uil occorre ridurre i divari territoriali superare la dispersione scolastica.

Il divario educativo quindi, tra il Nord e il Sud dell’Italia, è un problema serio che richiede un’azione decisa. È necessario un impegno concreto per colmare queste differenze, investendo in infrastrutture scolastiche e garantendo un’offerta educativa equa e di qualità in tutto il Paese. La qualità della scuola, poi , non può prescindere dalla valorizzazione e dalla stabilizzazione del personale scolastico. Occorre investire sulle persone ancor prima che sulle cose.

fonte articolo: vocedellascuola.it

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